I SOLSTIZI

Il solstizio dal latino solstitium, parola a sua volta derivante da sol, “sole”, e dal verbo stare, nel senso di “fermarsi”.

Questo è quello che riporta il vocabolario on-line della Treccani, per spiegare il termine “solstizio”, che per me resta misterioso … chi ha mai visto il Sole fermarsi?

Certo, sappiamo che è la terra a ruotare su se stessa, ma viste le radici latine del termine dobbiamo fare riferimento al suo moto apparente che ci accompagna nella giornata, da est ad ovest e questo non si arresta.

Nella bibbia vi è riportato un episodio straordinario, raccontato nel libro di Giosuè relativo alla guerra contro i re Amorrei.

Sono versetti noti, che furono utilizzati dai dotti dell’epoca per opporsi alla rivoluzione copernicana la quale fermava il Sole al centro dell’universo.

Quel giorno, quando il Signore diede a Israele la vittoria sugli Amorrei, Giosuè pregò il Signore e gridò alla presenza di tutti gli Israeliti: ‘Sole, fermati su Gabaon! e tu, Luna, sulla valle di Aialon! Il Sole si fermò, la Luna restò immobile, un popolo si vendicò dei suoi nemici’. Questo avvenimento è descritto nel ‘Libro del Giusto’; per quasi un giorno intero il Sole restò in alto in cielo, senza avviarsi al tramonto.” – Giosuè 10,12-13

Ma, sempre la bibbia ci conferma che è stato un evento unico, in quanto il moto apparente del Sole … non si arresta! Come spiegato nel versetto successivo:


Un giorno come quello non c’è mai stato né prima né dopo di allora, quando il Signore ubbidì a un essere umano e combatté al fianco d’Israele.” – Giosuè 10,14

Ebbene il moto apparente del Sole non si arresta, ll solstizio si ripete 2 volte all’anno, una volta verso il 21 Giugno fissando l’inizio dell’estate e l’altra intorno al 21 Dicembre per l’inizio dell’inverno e … non ci aiuta la spiegazione sempre dalla Treccani che identifica i solstizi con:

“…l’istante nel quale il Sole cessa di alzarsi sopra l’equatore celeste e pare si fermi per poi riabbassarsi, per cui si ha la sua massima altezza nell’emisfero nord, e la minima nell’emisfero sud…”

Effettivamente il fenomeno astronomico del solstizio è caratterizzato dal fatto che il Sole raggiunge la sua massima declinazione positiva al solstizio estivo e la minima al solstizio invernale.

Per questo durante il solstizio d’estate il Sole “culmina” (non si ferma) a mezzogiorno (locale) alla sua massima altezza e alla sua minima altezza d’inverno, ma moto apparente nella volta celeste, non si arresta.

Il “Sol sistere” è un termine che invece deriva dalle antichissime usanze di determinare il giorno dell’anno tramite l’osservazione del sorgere del Sole.

Sin dalle elementari ci è stato insegnato che il Sole sorge ad est e tramonta ad ovest, ma è un’approssimazione.

Immaginiamo di seguire dalle nostre latitudini (45° nord) il moto apparente del Sole.

Immaginiamo che l’orizzonte sia perfettamente visibile, come se fossimo in pianura o in mezzo al mare.

Il giorno dell’equinozio di primavera, intorno al 21 Marzo, potremmo verificare che il Sole sorge in un punto vicinissimo ad est e nel tardo pomeriggio tramontare ad ovest, a conferma di quanto insegnatoci da bambini, ma già il giorno dopo, ci accorgeremmo il che il punto di levata si è spostato verso nord-est e il punto di tramonto verso nord-ovest.

Solo agli equinozi il Sole sorge ad est per tramontare ad ovest, i restanti giorni dell’anno il Sole sorge a nord-est o a sud-est. Il punto dove sorge il Sole, si sposta in continuazione. Nelle posizioni limite raggiunte ai solstizi, il moto del punto di levata si ferma per qualche giorno.

Lo spostamento tra il punto di levata all’equinozio e quello occupato nel giorno successivo è di oltre 30’. Può sembrare una distanza angolare piccola, ma considerato il potere risolutivo dell’occhio umano che è di circa 1’ e il diametro angolare solare che è di circa 30’, è uno spostamento apprezzabile.

Special modo se ci si aiuta osservando dettagli sull’orizzonte o come faceva l’uomo del neolitico si utilizza pali o pietre per ricordare il punto di levata.

Nei giorni seguenti il punto di Levata si sposterà ancora più verso nord-est, il cammino solare percorrerà un arco ancora più elevato nel cielo ed il punto del tramonto si sposterà verso nord-ovest.

Continuiamo a seguire per semplicità lo spostamento del punto di levata, consapevoli che tutto il discorso si può applicare al tramonto, esso si sposterà progressivamente verso nord, un uomo del neolitico direbbe verso sinistra.

Se i primi spostamenti del punto in cui sorge il Sole erano bene evidenti, gli spostamenti successivi mano a mano si riducono. Agli inizi di Giugno il Sole sorgerà ad un paio di gradi di distanza dalla posizione limite di levata a nord-est che raggiungerà nel giorno del solstizio estivo.

Gli spostamenti da questo momento sono via a via più modesti e meno evidenti, solo di qualche primo di distanza angolare.

Tre settimane dopo, in prossimità dell’inizio dell’estate, si sono ridotti ad una distanza angolare di meno di un minuto d’arco (‘), sotto la soglia del potere risolutivo dell’occhio umano; il punto di levata per qualche giorno sembra fermarsi: “solstitium” .

Se con l’avvicinarsi dell’estate, le giornate si erano progressivamente allungate, dopo il solstizio estivo, la durata del dì (il periodo del giorno che gode della luce), inizierà a ridursi.

Gli spostamenti del punto da cui sorge il Sole, inizialmente quasi inapprezzabili si iniziano a fare più evidenti e l’uomo dell’età della pietra costaterebbe un progressivo spostamento verso destra.

Fino a giungere agli inizi di settembre, in cui i punto all’orizzonte da cui sorge il Sole coinciderà nuovamente con l’est, è il giorno dell’equinozio d’autunno.

In questa giornata la durata del dì è praticamente uguale alla notte, il termine è ancora di origine latina aequinoctium, composto di aequus «uguale» e nox noctis «notte» (vedi Vocabolario Treccani ).

Nei giorni successivi, il punto di levata si sposterà rapidamente a sud-est e la durata della notte continuerà aumenterà superando quella del giorno.

Probabilmente, le paure ancestrali legate al buio e al protrarsi della notte, obbligavano i nostri progenitori ad una continua ed attenta osservazione dell’alba e del tramonto.

Con il proseguire dell’autunno lo spostamento del punto di levata verso sud si spostava meno rapidamente. E al solstizio d’inverno (intorno al 21 Dicembre) il punto in cui sorgeva il Sole nuovamente si arrestava, per qualche giorno il Sole sembra sorgere nella medesima posizione.

Raggiunto il suo limite meridionale, il punto del sorgere solare riprendeva il suo cammino verso nord-est. Le giornate riprendevano ad allungarsi, il pericolo che il buio prendesse sopravvento era superato e si faceva festa.

Il fatto che il termine solstizio sia legato al punto in cui sorgeva/tramontava il Sole, che effettivante sembra arrestarsi nelle sue posizioni limite può spiegare il termine “solstitium”.

Questa interpretazione, oltre a trovare spiegazione nell’osservazione astronomica è documentata dall’enorme importanza che assumevano i punti solstiziali nella realizzazione dei monumenti del neolitico.

Il più famoso, che reca tracce dell’attenzione dei nostri avi per l’osservazione delle albe e dei tramonti, è il circolo di pietre di Stonhenge.

La struttura è stata realizzata in oltre un millennio di anni di lavoro dalle primitive popolazioni della pianura di Salisbury in Inghilterra.

Sono state identificate sette fasi costruttive, che vanno dal 3100aC al 1600aC, che hanno trasformato l’area da un semplice circolo sopraelevato del terreno al monumento che conosciamo oggi con impressionanti massi ciclopici.

Il primo monumento consisteva in una sbancamento circolare per realizzare un recinto di circa 110m (360 piedi) di diametro, con un piccolo ingresso a sud e uno più grande a nord-est … in direzione del sorgere del Sole al solstizio estivo.

La conoscenza di dove sorgeva il Sole al momento del sostizio, permetteva a queste popolazioni di conoscere con la durata dell’anno (contando i giorni tra due successivi solstizi estivi) di fissare un calendario.

Analoga attenzione per solstizi si può trovare, quasi 2000 anni prima della costruzione di Stonehenge, a Goseck (Germania). Questo circolo non è un “cromlech” o circolo di pietre, visto che era fatto di legno ma un osservatorio solare: “Sonnenobservatorium Goseck”.

Datato 4900aC è stato scoperto nel 1991, come nella prima fase di Stonehenge è costituito da un fossato concentrico di 75 metri di diametro e due palizzate concentriche con ingressi in allineati con l’alba e il tramonto solstiziale d’inverno. Il 21 Dicembre, gli osservatori situati al centro del sito avrebbero visto il Sole sorgere e tramontare attraverso le porte di sud-est e sud-ovest.

Altri ingressi più piccoli, sono riconducibili al solstizio d’estate.

Il cromlech del piccollo San Bernardo Illuminato al tramonto del soslstizio 2015

Che l’usanza di osservare all’alba e al tramonto solstiziale fosse diffusa nel neolitico in tutta Europa è testimoniato anche dal cromlech del passo del Piccolo San Bernardo.

Proprio sullo spartiacque dei bacini della Dora Baltea e dell’Isère, sul confine Italo Francese si trova un complesso megalitico, a 2188 m di quota.

Non è ciclopico come Stonehenge, anzi può risultare quasi invisibile quando si attraversa il confine, tranne nel giorno del solstizio d’estate quando al tramonto si affolla di persone intente ad osservare un insolito fenomeno: il circolo di pietre è illuminato e circondato dall’ombra.

Il sito è posto su di una millenaria via di comunicazione tra le popolazioni italiche con quelle di oltralpe.

Per questa ragione i monoliti, non eccezionali come quelli del cromlech inglese, sono stati sposati, rimossi e ricollocati.

Le pietre pervenuteci sono 46, allungate e appuntite, e disposte a una distanza dai 2 ai 4 metri una dall’altra, a formare una circonferenza di 80 metri di diametro.

A causa delle manomissioni è difficile stabilire con precisione la data di costruzione, verosimilmente è stato costruito in periodo preceltico (3000 a.C.), sebbene alcuni studiosi propongono una data più recente sostenendo che sia stato costruito degli antenati dei Valdostani: i Salassi popolazione di origini, lingua e cultura celtica.

Non c’è da stupirsi per la presenza, poco distante deI resti di un tempietto gallico, risalente a un’epoca notevolmente posteriore, infatti I passi erano considerati luoghi sacri che consentivano il transito delle Alpi e mettevano in comunicazione le genti tra due valli. Questo ritrovamento non lascia dubbi sul fatto che questo luogo fu da sempre centro di culto fin dall’antichità.

Degli scritti di autori locali parlano della presenza di una colonna di porfido grezzo, detta « Columna Jovis », sormontata da un grande rubino chiamato « occhio di Giove » o « carbonchio », che faceva parte probabilmente del monumento. Ancora oggi, la colonna (chiamata localmente Colonne de Joux, in francese) sostiene la statua di San Bernardo di Mentone. L’antica strada romana, la via delle Gallie, passava accanto al cromlech rispettandone il luogo sacro.

Proprio perché I monoliti sono stati più volte rimaneggiati oltre alla mancanza di qualsiasi centro identificabile, non si può trovare alcun allineamento costituito da pietre con i fenomeni solstiziali, ma nonostante questo il monumento presenta il 21 giugno di ogni anno un insolito fenomeno.

Nei giorni del solstizio estivo il cerchio di pietra è completamente illuminato e circondato dall’ombra.

Il fenomeno è dovuto al Sole che tramonta dietro un avvallamento tra la cima della montagna e una sua dorsale.

Dopo le ore 19, al calar del sole, dietro la sella di Lancebranlette un’ombra avanza e disegna il cerchio del Cromlech, nuvole permettendo, è uno spettacolo di grande fascino.

Sembra che i costruttori non si siano limitati a definire il calendario sulla base dei massi posti sul terreno, ma abbiano utilizzato punti di rieferimento all’orizzonte quali il profilo delle montagne per aumentarne la precisione. Così facendo sarebbero riusciti anche a migliorare notevolmente l’accuratezza con la quale determinare l’inizio dell’estate.

Infatti il profilo della montagna, consente al raggio di luce di illuminare solo il cerchio di pietre solo pochi giorni a cavallo del solstizio estivo.

L’avvallamento del profilo montuoso ha un ampiezza angolare di 2.5 arcominuti e quindi il fenomeno si potrebbe realizzare con un’incertezza +/- 2 giorni a cavallo della data solstiziale. In pratica la spettacolare osservazione del buio intorno al cerchio consentirebbe di stimare a tutti gli spettatori la data del solstizio.

Il profilo del monte Lancebranilette realizzato on-line grazia al sito https://www.udeuschle.de/ e il tramonto del Sole osservato durante il sostizio 2015

Non è detto che nel neolitico, come al giorno d’oggi, si riunissero le popolazioni proveniente dai villaggi collocati posti sul lato francese e quello italiano per osservare il fenomeno.

Concludendo, il termine Solstizio è facilmente comprensibile se collegato ai punti d’arresto delle levate e le calate del Sole. Punti dell’orizzonte, utilizzati per determinare il calendario sin dalle epoche ancestrali. Infatti l’uomo del neolitico era abituato a determinare il suo calendario anche con l’osservazione dell’arresto, non del Sole, ma della sua levata all’alba e della sua calata al tramonto.