PARCHI DELLE STELLE E ASTROTURISMO

Il cielo stellato rappresenta, con le sue magnifiche stelle ed il messaggio che ci comunica sul nostro posto nell’Universo, un prezioso tesoro per tutta l’umanità”. Così l’UNESCO, nel 1992, definì il cielo stellato come una nuova dimensione del patrimonio culturale globale.

Il cielo notturno è parte della natura e del paesaggio che ci circonda, quindi, come le montagne, i laghi e le altre componenti dell’ambiente, merita di essere salvaguardato. Oggi è messo in pericolo dalla luce dispersa dall’illuminazione esterna, pubblica e privata.

E’ considerato “inquinamento luminoso” (IL) qualunque alterazione della quantità naturale di luce presente di notte nell’ambiente esterno, al di fuori dagli spazi che è necessario illuminare, e dovuta ad immissione di luce di cui l’uomo abbia la responsabilità. Produce altresì inquinamento luminoso ogni immissione volontaria ma ingiustificata di luce nell’ambiente.

La società moderna ha il proprio epicentro antropico/ambientale nelle vastissime, sovraffollate e caotiche aree urbane, dove l’illuminazione artificiale ha scacciato la notte. L’uomo “urbano” ha perso gran parte del senso della maestosità iconografica del cielo stellato, uno dei più grandiosi spettacoli naturali che per millenni ha accompagnato i nostri progenitori nel loro percorso terreno e per i quali il cielo è stato uno schermo sul quale l’immaginazione ha proiettato i miti e le leggende di antichi popoli, divenendo così un libro di figure nell’epoca in cui non esisteva ancora la scrittura.

Immagine notturna della Terra elaborata dalla NASA, composta utilizzando principalmente i dati forniti da Suomi NPP, un satellite inviato in orbita nel 2011 e che viene utilizzato per la raccolta di informazioni di vario tipo, comprese quelle sul cambiamento climatico.

L’INTERNATIONAL DARK-SKY ASSOCIATION, UN’ORGANIZZAZIONE CHE COMBATTE L’INQUINAMENTO LUMINOSO

L’International Dark-Sky Association (IDA, www.darksky.org) è un’organizzazione senza fini di lucro, fondata nel 1988 negli Stati Uniti da un gruppo di astronomi, che si pone lo scopo sia di proteggere e conservare l’ambiente notturno ed il cielo stellato, sia di suggerire l’utilizzo di un’illuminazione eco-compatibile di elevata qualità e di basso impatto ambientale, al fine di contenere gli effetti dell’inquinamento luminoso.

In particolare, l’IDA conduce ricerche e campagne pubbliche internazionali sul fenomeno dell’inquinamento luminoso ed il suo impatto nella ricerca astronomica, nell’ambiente e per la salute degli organismi viventi (esseri umani inclusi). All’IDA aderiscono astronomi, ambientalisti, illuminotecnici o semplici appassionati di tutto il mondo.

COS’E’ UN IDSP, INTERNATIONAL DARK SKY PARK ?

Un International Dark Sky Park (IDSP), o “Parco delle Stelle” come a noi piace chiamarlo in italiano, che sia riconosciuto ufficialmente dall’IDA, è un territorio di grande pregio caratterizzato da un ambiente notturno di qualità eccezionale e con un elevato numero di notti stellate buie e non inquinate. Un territorio siffatto deve essere protetto, preservato e rispettato affinché possa essere usufruito, dal punto di vista culturale, educativo e scientifico, dalle attuali e dalle future generazioni.

La designazione IDSP è un riconoscimento che premia gli sforzi profusi dal parco per mantenere un elevato livello di protezione del cielo notturno dalla minaccia costituita dall’inquinamento luminoso.

IDA, nella sua veste di Ente certificatore, premia ed evidenzia tali sforzi attraverso azioni informative a livello internazionale che comprendono, tra l’altro, l’inserimento del parco nel proprio sito web. Tenendo contro che il numero complessivo di IDSP nel mondo è piuttosto contenuto, entrare a far parte di una cerchia così ristretta ha un notevolissimo valore culturale, mediatico e promozionale.

Sottolineiamo il fatto che, in ambito nazionale, non vi è ancora (nel corrente anno 2020) alcun parco IDSP con certificazione IDA. Pertanto, i primi che otterranno questo riconoscimento godranno di un indubbio vantaggio strategico nella promozione del proprio brand di fruizione culturale e turistica a livello nazionale e internazionale.

Qui riassumiamo gli obbiettivi di un International Dark Sky Park affiliato all’IDA:

• Protegge ampi territori pubblici, a livello nazionale, statale, provinciale nonché territori privati, resi però accessibili al pubblico, con l’intento e l’impegno, assai stringente, di preservare la qualità del cielo notturno rendendolo per quanto possibile libero dall’inquinamento luminoso e fruibile all’osservazione astronomica sia professionale sia amatoriale;

• Promuove l’eco-turismo e l’astro-turismo e la protezione dell’ambiente naturale notturno;

• Incoraggia i professionisti della conservazione dell’ambiente a riconoscere nei cieli bui, non inquinati, una risorsa preziosa che necessita di protezione proattiva;

• Fornisce un riconoscimento molto apprezzato a livello nazionale e internazionale;

• Incoraggia i parchi e gli enti pubblici a divenire leader ambientali per le questioni inerenti ad un cielo notturno privo di inquinamento luminoso, facendo opera di sensibilizzazione e di educazione presso le scuole ed il pubblico in generale.

Un IDSP deve disporre di un cielo particolarmente scuro. La parte centrale del parco deve rientrare in una delle tre qualifiche di livello: ORO, ARGENTO o BRONZO (tabella I):

Oro: corrisponde ad un cielo notturno non inquinato e quasi al naturale.

Argento: corrisponde ad ambienti notturni che presentano segni ridotti di inquinamento luminoso e di altri disturbi da luce artificiale ma che tuttavia mostrano ancora cieli notturni di buona qualità.

Bronzo: corrisponde alle aree che non soddisfano i requisiti Argento, eppure, nonostante ciò, offrono alle persone, piante e animali un luogo sufficientemente protetto.

Ricordiamo inoltre che IDA, nel suo sito web, dà ampie e dettagliate linee guide sulle modalità (piuttosto stringenti) e le procedure necessarie per richiedere l’iscrizione nella lista internazionale IDSP.

ALCUNI PARCHI NATURALI EUROPEI IDSP

In Europa di Parchi IDSP ne esistono diversi sparsi tra Germania, Spagna, Ungheria, Olanda, Inghilterra (http://www.darksky.org/idsp/parks/), purtroppo, però, come dicevamo, nessuno in territorio italiano.

Tra i parchi e le riserve riconosciute da IDA, una delle istituzioni più interessanti è la tedesca Westhavelland, www.westhavelland-naturpark.de, che non si trova in una isolata località montana bensì a soli 70 km a ovest di Berlino ed è un’importante area di sosta per uccelli migratori. Offre cieli molto scuri nonostante la prossimità con la regione metropolitana della capitale tedesca, con una popolazione di circa 4,4 milioni di persone ed una densità di 60 abitanti/km², che è a livello mondiale, certamente il sito, tra quelli affiliati all’International Dark Sky Places, più densamente popolato. Ciò dimostra che, a priori, non esiste incompatibilità totale tra i grandi insediamenti urbani ed aree ad essi molto prossime, protette e quasi incontaminate da inquinamento luminoso.

Nomogramma della luminosità del cielo notturno: la prima scala graduata riporta il fattore del cielo, che va da 1 a 1000, dove il valore 1 corrisponde al cielo più scuro, non inquinato da luci artificiali, mentre 1000 è un valore rilevato all’interno di una metropoli dove le stelle assolutamente non si vedono. Spostandoci alla scala successiva e seguendo la linea rossa, troviamo la luminosità del cielo, in mag/arcsec2 (così misurata dagli strumenti SQM) di 21.7 circa e una radianza di 0,19 mcd/m2 che, a sua volta, nella scala Bortle, ha il valore 1 circa (ovvero, il sito è eccellente, è visibile la luce zodiacale, il gegenschein ed anche M33 è visibile; la Via Lattea in direzione dello Scorpione e del Sagittario proietta ombre sul terreno, ecc., https://it.wikipedia.org/wiki/Scala_del_cielo_buio_di_Bortle). Si noti che la Via Lattea diventa invisibile per un valore della scala di Bortle pari a 5 (equivalente ad una luminosità del cielo di 19,5 mag/arcsec2). Proseguendo sulla linea rossa, vediamo che la magnitudine limite delle stelle visibili ad occhio nudo è pari a 6,8 mentre il numero di stelle visibili nel nostro emisfero è di circa 6000. Crediti: http://www.darkskiesawareness.org/img/sky-brightness-nomogram.gif.

Ovviamente, a fare la differenza tra aree degradate ed un Dark Sky Park siffatto è l’oculatezza dei politici e degli amministratori pubblici che hanno predisposto degli strumenti gestionali di protezione e sviluppo, in quest’area, grandemente efficaci. I cieli più bui in questo Parco si hanno tra metà maggio e metà luglio, ovviamente senza Luna, dalla mezzanotte fino all’alba. In queste condizioni, si può vedere la luce zodiacale e il gegenschein (https://it.wikipedia.org/wiki/Gegenschein). Il parco è frequentato da numerosi appassionati di astronomia che vi si recano per eseguire osservazioni astronomiche.

Nel Regno Unito, Il Galloway Forest Park, www.gallowayforestpark.com , fondato nel 1947, si trova nel sud della Scozia ed è il più grande parco forestale del Regno Unito, copre infatti 78.000 ettari. Circa il 20 percento del parco è protetto dal punto di vista dei “cieli scuri” e della fauna selvatica. Il parco è uno dei migliori luoghi per osservare il cielo notturno nel Regno Unito e la sua direzione attribuisce al suo “cielo astronomico” il valore di una risorsa preziosa che si impegna a proteggere e preservare. La lontananza dalle grandi città e la scarsa popolazione della zona, combinata con il piano di gestione dell’illuminazione pubblica recentemente adottato, assicurano che i cieli del Galloway Forest Park rimarranno intatti per le generazioni a venire.

Due immagini della costellazione di Orione che mostrano gli effetti sconvolgenti dell’inquinamento luminoso; a sinistra foto ripresa sotto un cielo molto scuro, a destra dall’interno di una città. Crediti: Jeremy Stanley, immagine realizzata sotto CC BY 2.0 license (http://commons.wikimedia.org/wiki/File:Light_pollution_It%27s_not_pretty.jpg).

Infine, descriviamo brevemente la Riserva Dark Sky del Pic du Midi -conosciuta come Réserve Internationale de Ciel Étoilé du Pic du Midi, www.darksky.org/idsp/reserves/picdumidi/.

IDA definisce con il termine Reserve le aree descritte alla pagina: http://www.darksky.org/idsp/reserves/).

Il Pic du Midi si trova in una regione montuosa della Francia meridionale che attualmente attira 1,5 milioni di visitatori all’anno. Comprende sia un sito patrimonio mondiale dell’UNESCO (Pyrénées-Mont Perdu) che un parco nazionale francese (Parco nazionale dei Pirenei).

Bellissima immagine notturna del Pic du Midi. Crediti: cooperativa Camelot, https://esploriamoluniverso.files.wordpress.com/2012/11/cielhiverpic_sallez.jpg

La Regione amministrativa del Pic du Midi sta sfruttando la designazione IDA come mezzo per promuovere la ricerca sulle politiche e le pratiche di utilizzo del territorio, i modelli di business del turismo e la sostenibilità delle risorse, appoggiandosi sulle Università locali.

Sul Pic du Midi è attivo uno degli Osservatori astronomici più importanti al mondo. La prima stazione osservativa installata sulla vetta risale al 1873, da allora la struttura si è progressivamente allargata e potenziata. Attualmente opera sotto il coordinamento dell’osservatorio dei Midi-Pirenei compiendo osservazioni astrofisiche nelle ore notturne, e solari nelle ore diurne.

La scala di Bortle, utilizzata spesso per stimare in modo qualitativo il cielo notturno, alla quale è stato associato il valore della brillanza nella scala dell’applicazione iNight, mag/arcsec2.

IL PROGETTO DARK NOCTIS PER LA VALORIZZAZIONE DEI “PARCHI DELLE STELLE” ITALIANI

Chi scrive, avvalendosi della collaborazione di alcune Università, Aziende, Associazioni culturali ed enti pubblici e privati, (e della stessa rivista COELUM, che partecipa in qualità di media partner) già da alcuni anni ha elaborato un progetto di ricerca pluriennale, originale nella sua ideazione e struttura, denominato Dark Noctis, che sarà attivato nei primi Parchi italiani che si costituiranno come International Dark Sky Park certificati.

Dark Noctis Project ha i seguenti obiettivi:

– Monitorare, in modo costante, sia l’inquinamento luminoso sia la qualità scientifico/astronomica dell’atmosfera;

– Studiare gli effetti dell’IL sull’ecosistema;

– Valorizzare gli IDSP dal punto di vista culturale e turistico (astroturismo, ecoturismo, astroarcheoturismo);

– Progettare, ottimizzare e sperimentare in loco, sorgenti luminose a basso impatto ambientale e a ridotto inquinamento luminoso;

E’ un progetto multidisciplinare molto ambizioso ma che riteniamo ricco di prospettive scientifiche e con ricadute economiche indubbiamente interessanti in ambito turistico, nel medio e lungo termine. Nel seguito ne diamo una rapida descrizione.

Benefici culturali, ambientali e turistici generati dagli International Dark Sky Park

I parchi delle stelle e le Riserve garantiscono la protezione dell’ambiente contro ogni forma di inquinamento, in particolare quello luminoso, perché fanno proprie le raccomandazioni dell’IDA oltre che accogliere e condividere la dichiarazione dell’UNESCO formulata nel 1992.

In molti parchi delle stelle si attuano programmi di divulgazione scientifica ed ambientale che coinvolgono bambini ed adulti, studenti, insegnanti, turisti appassionati della montagna, naturalisti, ecc. Il flusso turistico non è di massa, ma di ottima qualità. I fruitori del Dark Sky Park sono persone sensibilizzate ai problemi dell’ambiente, acculturate e con un grande desiderio di entrare in contatto con una natura incontaminata ed uno splendido cielo stellato.

Pressoché tutti i parchi si rivolgono al pubblico con presentazioni dei loro progetti attraverso conferenze pubbliche, sessioni di osservazione delle stelle, passeggiate notturne e creazione e supporto di gruppi di astronomia locali. In sostanza, un parco certificato IDA diventa un elemento dinamico ed estremamente attivo nella diffusione di un messaggio di grande valore culturale ed ambientale.

Anche le classiche mostre di pittura o di fotografia astronomica sono utilizzate per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle bellezze del cielo stellato così come lo si vede dall’interno di un Parco IDA. Ad esempio, nel 2015, nel centro visite del Ballycroy National Park, in Irlanda, l’astrofotografo Brian Wilson ha esposto la sua mostra fotografica: “The Wonders of Mayo’s Night Sky”, una serie di incredibili immagini del cielo notturno ottenute all’interno del Parco.

I Parchi sono luoghi di grande interesse scientifico per i naturalisti: spesso vengono condotte delle ricerche sugli effetti della luce artificiale su specie protette, con risultati che confermano le preoccupazioni degli studiosi sul ruolo negativo di un eccesso di inquinamento luminoso sulla flora e sulla fauna.

Tutti i Dark Sky Park dispongono di punti d’osservazione del cielo o di veri e propri Osservatori astronomici, perfettamente attrezzati per accogliere scolaresche ed appassionati.

Queste strutture si inseriscono perfettamente nell’ambiente e sono particolarmente apprezzate dai visitatori del parco. Spesso nei Parchi si organizzano eventi astronomici, quali Festival, osservazioni pubbliche ecc. In California è famoso il festival: Night Sky Festival, che attira molti appassionati.

International Dark Sky Park e Dark Noctis Project in Italia

Abbiamo già avuto modo di osservare che in Italia, Paese con un numero molto elevato di Parchi Nazionali e Regionali (alcuni inseriti dall’UNESCO quali Patrimonio dell’Umanità), per nessuno di essi è mai stata richiesta la certificazione IDA per il riconoscimento di International Dark Sky Park.

Chi scrive ritiene che, a questa manchevolezza, per certi versi incomprensibile, occorra porre rimedio.

Le Tre Cime di Lavaredo nell’omonimo parco Naturale dell’Alto Adige

Qui accenniamo ad alcuni Parchi italiani che hanno eccellenticaratteristiche IDSP, e per i quali è sicuramente auspicabile lanciare in parallelo, il Dark Noctis Project. La lista sarebbe lunghissima, ma per motivi di spazio ci limitiamo solamente ad alcuni Parchi pregevoli dal punto di vista astronomico.

Qui accenniamo ad alcuni Parchi italiani che hanno eccellenti caratteristiche IDSP, e per i quali è sicuramente auspicabile lanciare in parallelo, il Dark Noctis Project. La lista sarebbe lunghissima, ma per motivi di spazio ci limitiamo solamente ad alcuni Parchi pregevoli dal punto di vista astronomico.

Partendo dal nord del Paese, non possiamo assolutamente dimenticare alcuni dei Parchi dell’Alto Adige, tra i più belli in assoluto. Ad esempio, il Parco naturale Fanes-Senes-Braies (che è riconosciuto come Patrimonio UNESCO), che occupa una superficie di 25.000 ettari, è ricco di campi carreggiati, fenditure, pozzi e doline, laghi perenni e temporanei. Dai rilievi eseguiti dai satelliti e da terra e poi tradotti in un atlante, (vedi: F. Falchi, The new world atlas of artificial night sky brightness), alcune aree del parco appaiono estremamente buie ed eccezionalmente adatte all’osservazione astronomica, caratteristica che l’IDA riconoscerebbe col termine “gold”. Un altro straordinario Parco altoatesino è quello delle Tre Cime.

Spostandosi verso il centro Italia, particolarmente pregiato il Parco delle Foreste Casentinesi, nel cui ambito già si svolgono attività divulgative e didattiche di astronomia.

Al sud un Parco di notevole interesse ambientale è il Parco Nazionale dell’Appennino Lucano, mentre in Sardegna spicca per le sue caratteristiche straordinarie, il Parco Nazionale dell’Asinara.

La particolarità di alcuni parchi italiani è che insieme alle attività di protezione dall’inquinamento luminoso e di osservazione astronomica (capaci di generare un flusso turistico interessante), si potrebbero condurre in parallelo delle esperienze di turismo culturale in ambito archeoastronomico. Ciò è possibile e consigliabile soprattutto in alcuni Parchi del Centro, del Sud e delle isole, dove spesso abbondano siti archeologici di straordinario interesse.

In Sardegna, in particolare, vista l’incredibile ricchezza di siti nuragici, spesso con provate corrispondenze archeoastronomiche, potrebbero essere proposte delle attività turistiche che combinano, con successo, astronomia e archeoastronomia.