CODEX 2027

Il cielo degli aztechi e la fine del mondo

Autore: Guido Cossard
Casa Editrice Edizioni l’Età dell’Acquario
ISBN 9788833361963
Pubblicato nel 2020
Pagine 304

… mi reputo buon lettore, ma mi capita raramente di leggere un libro in meno di 2 giorni, e quando capita è segno che oltre ad avere avuto tanto tempo libero nel fine settimana, il libro doveva piacermi ed essere scorrevole: Guido Cossard con il suo CODEX 2027 ha centrato questi due obiettivi.

La scorrevolezza non era facile da garantire, non tanto per l’argomento, che è la cultura astronomica degli Aztechi, ma a causa delle difficoltà intrinseche nei nomi delle divinità, dei regnanti e oggetti di studio come l’anno o i mesi del calendario.

Provate a dire “xiuhpohualli” e scoprirete che le difficoltà non stanno solo nella pronuncia, ma che iniziano già dalla lettura di questo termine alieno.

Ebbene xiuhpohualli è semplicemente l’anno solare Atzeco di 365 giorni sostanzialmente analogo al nostro anno civile, che però nella cultura “Mexica” deve articolarsi con l’anno rituale di soli 260 giorni detto “tonalpohualli” (di poco più facile da leggere e pronunciare).

L’autore ci guida con dei bei passaggi tra l’astronomia osservativa e la lettura dei “Codici Atzechi” a decifrare la misura del tempo che utilizzavano le culture mesoamericane.

Spiegandoci nel dettaglio le ipotesi alla base delle spiegazioni di un periodo così atipico di 260 giorni, che lega l’anno rituale a Venere (Tlahuizcalpntecuhtli letteralmente il signore della casa dell’alba) ed alla divinità del serpente piumato Quetzalcoatl, la cui leggenda e il suo profetico ritorno sarà la fortuna di Hernándo Cortés.

Lo fa alternando l’astronomia alle testimonianze dei missionari che accompagnavano i conquistadores e alle leggende che costituivano i testi scolastici per queste popolazioni.

Così ci fa comprendere oltre alle conoscenze astronomiche anche le superstizioni di queste genti che a tratti appaiono così simili alle nostre. Per esempio quando al pari della civiltà occidentali reputano le comete (citlalin popoca che significa stelle fumanti) portatrici di sfortuna, ma che anche ribaltano il rapporto tra uomo e cielo a cui siamo abituati eseguendo sacrifici umani affinché il Sole continui a sorgere e scaldarli.

Credo che nella lettura mi abbia appassionato proprio questo aspetto, non vi sono trattati solo gli aspetti scientifici, ma anche le credenze di una civiltà che si specchia nelle stelle e prova ad affrontare le ancestrali paure dell’uomo.