IL CROMLECH DEL PICCOLO SAN BERNARDO

Il cromlech del Piccolo San Bernardo si raggiunge dall’Italia partendo dal paese di La Thuile, celebre località turistica della Valle d’Aosta, ben nota in tutto il mondo per le sue attrezzate piste dedicate agli sport invernali.
Il cerchio di pietre del piccolo San Bernardo presenta una rara prerogativa: quella di avere un testo specifico a lui dedicato, che inequivocabilmente lo descrive. E la mano che traccia il suo profilo non è certamente una mano anonima: si tratta nientemeno che di Petronio Arbitro, scrittore romano del I secolo.


Il passo mostra numerosi siti degni di interesse, distribuiti su di un ampio arco temporale. Va ricordata una grande mansione romana, una sorta di locanda destinata al ricovero dei viandanti che attraversavano il passo, davanti alla quale è ancora leggibile il tracciato della strada romana delle Gallie.


Inoltre, lungo la strada, si erge una colonna di pietra sulla quale oggi è posta la statua di San Bernardo: testi antichi ci assicurano però che nel periodo romano si drizzasse una statua di Giove.


Poco lontano dalla strada si trova un altro edificio, un sacello risalente al periodo romano, all’esterno del quale vennero scoperti reperti della massima importanza, tra i quali un busto argenteo di Giove Dolicheno.
Ancora più importante è il fatto che, vicino alla mansio, sia stato ritrovato un fanum, un tempietto gallo-romano più antico, purtroppo parzialmente distrutto dalla strada.


Al di là delle sue condizioni, però la sua presenza è fondamentale, perché testimonia la lunghissima continuità di culto nella zona.
Il cromlech si trova esattamente a cavallo della linea di frontiera tra Italia e Francia, e non si tratta di una circostanza casuale.


Dopo la seconda guerra mondiale, il confine di stato, che prima era collocato più in basso, dalla parte del versante francese, venne spostato sullo spartiacque.



Fig.1 – La Cima del Lancebranlette con l’avvallamento dove va a tramontare il Sole nel giorno del Solstizio estivo.

Dunque antichi popoli avevano già notato il comportamento delle acque, che in quel luogo si dividevano spontaneamente e scorrevano lungo due direzioni opposte.
Il Monte Bianco si vede dal cromlech e casualmente, ma significativamente, segna il nord.
L’orizzonte nord ovest è dominato da una montagna dal tipico profilo, che si chiama Lancebranlette e che presenta la caratteristica di essere una meridiana naturale: infatti il Sole tramonta dietro alla sua cima in occasione del giorno del solstizio d’estate.
Inoltre, il tramonto della nostra stella non avviene proprio in corrispondenza della vetta, ma in direzione di una sella posta ad una quota leggermente inferiore, in modo che si produce un’ombra dalla forma semicircolare.


Così, tutti gli anni, al solstizio, un’ombra falcata scivola sulla collinetta circostante e si allarga lentamente verso i menhir. Lì contorna il sito e avvolge il cerchio di pietre; poi, per qualche istante, sembra quasi indugiare, come a voler sottolineare la magica ierofania: il dio che scende in terra, il dio che viene a illuminare l’area sacra costruita dall’uomo, mentre attorno domina l’ombra, rappresenta uno spettacolo inatteso e commovente.