Le incisioni rupestri di Rocca Vardetta

A seguito del positivo riscontro ricevuto alla pubblicazione del primo articolo a riguardo dell’area di interesse archeologico ed archeoastronomico di Rocca Vardetta (che puoi leggere cliccando qui), verrà proposto di seguito un approfondimento dedicato alle diverse incisioni rupestri rinvenute nel sito.
Nella trattazione degli elementi di maggior interesse, le incisioni rupestri saranno suddivise in base alla loro tipologia in coppelliformi ed “a canaletto” per poi prendere in esame, nella conclusione, una figura del tutto singolare…

Le incisioni rupestri coppelliformi

Le incisioni rupestri coppelliformi, comunemente conosciute come coppelle, sono le più diffuse nel sito di Rocca Vardetta. Esse si trovano disseminate sulla superficie di moltissimi massi sparsi sul vastissimo pendio sudorientale della Punta Selassa, dalla cima del monte (2037 m s.l.m.) fin sotto alla Cappella di Santa Lucia della Vardetta e sui bordi di alcune balconate rocciose a strapiombo esposte a Est, a qualche centinaio di metri dalla Rocca.
Le coppelle della Vardetta, caratterizzate dalla tipica forma a coppa, hanno diametro che varia dai 2 ai 10 cm circa ed una profondità che va da pochi millimetri a 2/3 cm.

Balconata rocciosa coppellata; sullo sfondo il Monviso

Sparse su superfici orizzontali lisce di massi e a ridosso dei bordi orientali e meridionali di balconate rocciose strapiombanti, esse paiono talvolta formare figure lineari o circolari; spesso, però, la loro disposizione par essere casuale.
Difficile è comprenderne l’originaria funzione e sono state numerosissime le ipotesi avanzate al riguardo: dal contenimento di cibi e sostanze di vario genere alla funzione votiva e sacrale.
Meritevole di menzione è l’affascinante e piuttosto recente ipotesi archeoastronomica che propone di individuare nella loro disposizione la riproduzione su pietra delle costellazioni osservate dagli antichi nella volta celeste.

Le incisioni rupestri “a canaletto”

Le incisioni rupestri “a canaletto” della Vardetta, rintracciabili sulle balconate rocciose coppellate già citate e sulle terrazze rocciose della Rocca stessa, si configurano come semplici incisioni lineari (linee rette) sulla pietra, talvolta di forma allargata al principio (e a forma di simil-vulva, come alcune incisioni rinvenute presso il sito del RocceRé) che tendono ad assottigliarsi verso l’estremità.

Canaletto (molto eroso) orientato esattamente a 90° Est uscente da coppella dalla forma allungata di simil-vulva; situato su una delle balconate coppellate, dovrebbe indicare l’esatto punto all’orizzonte in cui il sole sorge agli equinozi. Sullo sfondo il Mombracco sbuca dalle nuvole

Questi canaletti rettilinei hanno però una particolarità non trascurabile: essi risultano essere orientati all’orizzonte esattamente a 90° Est, nella maggior parte dei casi, oppure a 180° Sud.
Numerosi sono i ritrovamenti in siti archeologici di tipo rupestre delle valli occidentali del Piemonte di canaletti orientati con precisione secondo i punti cardinali (si prendano ad esempio la coppella a forma di vulva con canaletto orientato a 90° Est presente sul masso altare del RocceRé ed il simbolo solare a croce uncinata orientata incisa sulla Peira Eicrita di San Germano Chisone).
L’orientamento esatto a 90° Est di alcune incisioni rupestri è ricorrente e molto significativo siccome è proprio a 90° Est che il sole sorge all’orizzonte nei giorno degli equinozi, punti nodali del calendario astronomico che segnano il passaggio dalla prevalenza delle ore di buio a quelle di luce, nel caso dell’equinozio di primavera, e dalla prevalenza delle ore di luce a quelle di buio, nel caso di quello d’autunno.

Canaletto allargato che si restringe progressivamente orientato esattamente a 90° Est; situato su una delle terrazze della Rocca, dovrebbe indicare l’esatto punto all’orizzonte in cui il sole sorge agli equinozi. Sullo sfondo il Mombracco

Sono proprio questi canaletti orientati, insieme ai numerosi allineamenti litici rintracciabili nell’area della Vardetta (che avremo modo di approfondire nel prossimo articolo), a rendere di interesse archeoastronomico questo sito.

La grande vasca della Vardetta

Ed eccoci in conclusione a parlare di un’incisione davvero particolare ed unica. Si tratta di una grande vasca, attraversata da cima a fondo da un canaletto rettilineo uscente nella parte inferiore con una curva verso destra, rintracciabile su un masso pressoché piano ubicato poco a monte della Cappella di Santa Lucia della Vardetta ed “attraversato” dalla lunga fila di pietre fitte che conduce fino alla Rocca (al riguardo cfr. l’articolo precedente Rocca Vardetta: incisioni ed allineamenti dimenticati).
La forma di questa singolare incisione è accostabile a quella di una grande vulva.

Grande vasca a forma di vulva orientata verso la cima del Monviso

A rendere unica quest’incisione, al di là della forma caratteristica, che è però rintracciabile anche in altre incisioni della stessa area e nel sito archeologico del monte RocceRé (Roccabruna, Cn), è la sua grande dimensione (90×40 cm ca.) ed il suo essere orientata esattamente verso la cima del Monviso.

Cercando di decifrare il significato di questa figura si è portati a pensare ai culti legati alla fertilità e alla forza generatrice della natura, abbondantemente praticati fin dall’Antichità, come confermato dalla simbologia di incisioni rinvenute in numerosi altri siti preistorici, nonché al culto del grande Re di Pietra, il Monviso, che con la sua maestosità domina le valli del Piemonte occidentale.

Alessandro Antonio Vercelli

Alessandro Vercelli

Studente di Lettere Moderne presso l'Università di Torino. Appassionato di archeologia ed archeoastronomia. Contatto: vercelli.alessandro.a@gmail.com