Un antico osservatorio astronomico in Cile

A La Silla presso il sito astronomico dell’ESO, l’European Southern Observatory in Cile è stato condotto uno studio su un artefatto rupestre poco distante,  per indagarne il possibile significato astronomico.

di Gabriella Bernardi

Cosa fanno gli astronomi che giungono da tutto il mondo all’Osservatorio Astronomico a La Silla in Cile se non sono impegnati a scrutare il cielo? A parte riposarsi e recuperare le notti insonni, durante la bella stagione possono fare una passeggiata per andare in cerca dei petroglifi o dei graffiti rupestri. Con una buona scorta d’acqua si può seguire una strada sterrata che aggira la cupola più mastodontica del sito e dopo un po’ il deserto non appare così deserto, osservando varie tracce del passaggio di muli e di vigogne che, evidentemente, la utilizzano abitualmente.

Ad un certo punto, però, conviene lasciare questo comodo percorso per dirigersi verso un canalone per cercare i petroglifi. Infatti, guardando meglio alcune pietre sono incise su tutta la superficie, altre solo su una parte, altre ancora sembrano non essere finite, ma nonostante questo emanano un fascino particolare, anche perché, dalle informazioni raccolte, pare risalgano a circa un migliaio di anni fa, ad opera degli El Molle, una cultura pre-Colombiana che frequentava questa zona in un periodo nel quale era presente un corso d’acqua.

Nella valle dietro alla sommità della cupola più imponente del sito osservativo dell’ESO a La Silla in Cile, raggiungibile tramite uno sterrato, si trovano varie pietre incise da una civiltà vissuta secoli addietro chiamata El Molle. I disegni sono vari, stilizzati e geometrici e riguardano uomini, animali ed eventi astronomici anche se molti però hanno dei significati che sfuggono agli stessi studiosi. (Foto di Gabriella Bernardi)

Si notano anche due massi che appaiono più grandi degli altri sin dalla strada. Avvicinandosi, si può osservare che non sono incisi, e pare improbabile che siano stati portati in quelle posizioni da movimenti del terreno. Sono infatti gli unici in questo ampio spazio a puntare verticalmente verso il cielo, e si trovano a pochi metri di distanza l’uno dall’altro, stagliandosi verso l’orizzonte libero da ostacoli allineati con la linea di sella del monte.

Per indagare sulla loro funzione sono state effettuate delle misure e successivi calcoli in cerca di possibili allineamenti astronomici. Con l’aiuto di una bussola si è notato che il sud passa attraverso a queste due pietre, quando osservate da una terza pietra molto grande che pare di riferimento. Astronomicamente questo esclude l’indicazione di eventi solari, come il sorgere del Sole ai solstizi o agli equinozi, perché nell’emisfero meridionale ed a queste latitudini il Sole attraversa l’orizzonte troppo lontano dai punti dell’orizzonte indicati dalle pietre verticali e per le stesse ragioni sono state escluse le relazioni con i pianeti o la Luna.

Rimaneva però da investigare l’esistenza di un particolare allineamento di una o più stelle con le pietre viste come dei puntatori, dato che si era notato che verso sud l’orizzonte è relativamente libero da ostacoli e le cime dei due massi, sempre dallo stesso punto di osservazione, appaiono allineate con la linea di sella del monte, che oltretutto appare abbastanza orizzontale solo in quella particolare zona, mentre sale quando si sposta lo sguardo a sinistra e a destra delle due pietre.

Per “allineamento” astronomico intendiamo che le due pietre verticali indichino due punti dell’orizzonte sui quali sorgono o tramontano degli astri molto brillanti posti in un certo istante alle stessa altezza rispetto all’orizzonte, ovvero “allineati” con questo e dato che le due pietre sono rivolte verso sud, rispetto al punto di osservazione, le stelle sorgeranno sullo sfondo della pietra di sinistra e tramonteranno su quello della pietra di destra.

Per essere significativo non basta che questo evento coinvolga stelle particolarmente brillanti, ma queste dovrebbero allinearsi ad un’altezza abbastanza bassa sull’orizzonte da poter essere facilmente “puntate” dalle pietre. Inoltre, considerando l’attribuzione della struttura alla cultura El Molle, questo ipotetico allineamento avrebbe dovuto verificarsi durante il periodo che va approssimativamente dal 100 all’ 800 d.C.  

Con le misure effettuate in loco, i dati raccolti e l’uso di software appositi si è ottenuto che durante il periodo storico della cultura El Molle la coppia di stelle molto luminose Canopo e Rigil Kent, oppure Canopo e Hadar, si allineava rispetto all’orizzonte (mentre la prima sorgeva e l’altra tramontava) in posizioni molto vicine a quelle indicate dai massi verticali, quando questi venivano osservati dalla terza pietra di riferimento.

I massi visti da questa prospettiva si stagliano verso l’orizzonte come fossero degli indicatori verso il cielo e sono seguite delle campagne di rilievo per indagarne un possibile utilizzo astronomico. (Foto di Gabriella Bernardi)

Oggi questo fenomeno non potrebbe essere più osservato perché avviene molto più in alto sull’orizzonte, mentre precedentemente al periodo El Molle avveniva sotto l’orizzonte a causa del fenomeno astronomico della precessione degli equinozi. Si deve osservare che in epoca El Molle quei luoghi erano meno aridi di adesso e probabilmente il terreno poteva sostentare pascoli di bestiame durante la bella stagione.

Ancora oggi vengono usati alcuni ripari nella roccia dai muli o dalle vigogne che circolano in zona. Si è notato che nello stesso periodo storico questo allineamento astronomico era eliaco, ovvero accadeva all’alba, proprio quando la stagione calda stava cominciando a cedere il passo a quella più fredda e quindi potrebbe essere stato usato come un segnale per dare inizio alla transumanza, ovvero al trasferimento del bestiame dalle alture alla pianura.

Bibliografia

https://www.academia.edu/12449317/THE_POSSIBLE_ASTRONOMICAL_FUNCTION_OF_THE_EL_MOLLE_STONE_CIRCLE_AT_THE_ESO_OBSERVATORY_LA_SILLA._II_THE_UPDATED_MEASUREMENT_CAMPAIGN

https://www.academia.edu/9902876/POSSIBLE_ASTRONOMICAL_MEANINGS_OF_SOME_EL_MOLLE_RELICS_NEAR_THE_ESO_OBSERVATORY_AT_LA_SILLA

Tramite il software libero Stellarium si è potuta realizzare una visione del cielo che poteva apparire nel 400 a.C trovandosi nel sito indagato. Le due stelle luminose Canopo e Rigil Kent sono allineate all’orizzonte intorno all’alba nel mese di maggio e nell’emisfero boreale questo mese annuncia l’avvicinarsi della stagione fredda.

Deserto dell’Atacama

A 2400 metri di altezza a nord di Santiago del Cile lo European Southern Observatory (ESO), poco più di cinquant’anni fa, ha scelto questo luogo per installare i suoi telescopi nel deserto dell’Atacama, un posto tra i migliori per le osservazioni astronomiche, lontano dall’inquinamento luminoso e con condizioni climatiche particolarmente favorevoli.

Il cuore del deserto in cui si trovano questi strumenti è definito dai climatologi “assoluto”: non cresce un filo d’erba, né cactus e non c’è anima viva. Non vola nemmeno un moscerino e in alcune zone le precipitazioni medie non superano i tre millimetri all’anno, mentre in altre non è mai caduta una goccia di pioggia. Il motivo? Le montagne che lo delimitano, da un lato la cordigliera della Costa e dall’altro le Ande, impediscono all’umidità di passare.

Nella parte più arida le condizioni sono così estreme che gli scienziati vi hanno persino testato le strumentazioni per la ricerca di elementari forme di vita su Marte. Questa regione porta il nome di un minerale, l’atacamite, di colore verde smeraldo, ed è il deposito più ricco del mondo di nitrato di sodio, usato come ingrediente per la preparazione di esplosivi, ma anche come fertilizzante.

El Molle

Le diverse centinaia di incisioni rupestri che si trovano nel deserto cileno presso la regione di Quebrada Los Tambos attorno all’Osservatorio astronomico di La Silla in Cile sono attribuite alla popolazione precolombiane El Molle, una comunità che intorno al 300 d.C. aveva appena abbandonato lo stile di vita originale della caccia, sviluppando quello degli insediamenti più evoluti, basati sulla pastorizia e sull’agricoltura, ma non esistono precisi studi archeologici, in quanto il sito non è mai stato scavato.

Si sa che questa cultura ha prodotto le prime ceramiche della regione del Norte Chico e tra il 700 e l’800 d.C. declinò, lasciando posto a un gruppo culturale nativo chiamato Animas, le cui competenze tecniche erano presumibilmente più avanzate. Difficile stabilire con precisione il significato delle incisioni rupestri che hanno lasciato, ma almeno una parte del loro contenuto è chiaramente legata alla vita quotidiana dei pastori.

Tra le tante figure astratte e geometriche, infatti, si possono trovare diversi petroglifi che rappresentano il contorno semplificato di figure umane e animali, questi ultimi spesso riuniti in branchi. Un elemento interessante è la presenza di diverse spirali, che porta alla mente i disegni di altre culture antiche ampiamente sparse nello spazio e nel tempo, legati alle loro conoscenze astronomiche come il moto del Sole.

Servizio sul TG3 Leonardo

Al minuto 5:46 della puntata del 16 Febbraio 2016 del TG3 Leonardo si è parlato della scoperta http://cielipiemontesi.it/2395/

Gabriella Bernardi

giornalista e scrittrice scientifica